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IL MENTAL COACH SPORTIVO: COS'È E A COSA SERVE



Le prestazioni sportive dei grandi campioni non sono solo questione di allenamento e di muscoli. Sono anche questione di testa. Per quanto uno sportivo possa essere allenato e fisicamente al top, se non è in grado di gestire le emozioni e lo stress, non riuscir mai a dare il 100% del suo potenziale. Il mental coach sportivo serve proprio per consentire agli sportivi di dare il massimo senza lasciarsi dominare dalle emozioni e dall’ansia. Non va confuso con l’allenatore, ma è una figura che si coordina con l’allenatore per aiutare a portare al successo sportivo gli atleti. Per comprendere quale sia il ruolo di un mental coach sportivo, abbiamo intervistato Stefano Pigolotti, coach di numerosi sportivi. 

Qual è il compito principale di un mental coach sportivo?

Il compito principale è quello di preparare gli atleti a rispondere agli eventi nel miglior modo possibile, lavorando sulla loro personalità e facendone emergere il potenziale che altrimenti rimarrebbe inespresso. Si comincia con un lavoro di comprensione e autoanalisi della personalità, in modo da comprenderne punti di forza e di debolezza, puntando sui primi e migliorando i secondi. La capacità di concentrazione è fondamentale, sia per la gestione delle emozioni, sia dello stress e dell’ansia, naturalmente presente negli eventi sportivi. 


Quali sono le richieste principali degli sportivi che si rivolgono a un mental coach?


La richiesta principale, come si può immaginare, è quella di aiutarli a vincere e a dare il massimo nella loro disciplina. Può anche capitare che chiedano un aiuto per tornare a vincere, per superare una crisi di rendimento nella quale sono entrati. L’obiettivo comune è sbloccare gli sportivi che si rivolgono a un mental coach dal punto di vista psicologico, in modo da renderli più sicuri di se, più consapevoli delle proprie possibilità e dei propri limiti, in modo da alzarne il rendimento durante le gare. 


Ci sono tratti in comune fra gli atleti che si rivolgono a un mental coach?


Certo, tutti coloro che si rivolgono a un mental coach hanno un punto in comune: hanno capito che è necessario lavorare sulla loro personalità per dare il massimo. Un atleta che si rivolge a un mental coach ha già fatto un passo importante: ha capito che è necessario investire sulla propria personalità, su se stesso, per migliorare la propria leadership, dando spazio in modo controllato e consapevole alla propria ambizione sportiva, migliorando e sfruttando appieno il proprio talento. 


Non c’è il rischio di sovrapporsi con la figura dell’allenatore?


Si tratta di due figure totalmente diverse, l’allenatore lavora su un piano fisico, tattico, tecnico e motivazionale. Il mental coach lavora sulla personalità e sull’efficienza mentale. Sono piani di lavoro completamente diversi e non sovrapponibili.

Segui i video di Stefano Pigolotti sul canale youtube 

Sito Web:  www.skillsempowerment.it





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