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IL FENOMENO DEL MOBBING: SINDROME DA LUOGHI DI LAVORO

La violenza psicologica sul posto di lavoro è molto più comune di quanto si creda. Mobbing, un termine internazionale che racconta, però, una realtà anche italiana fatta di vessazioni, umiliazioni e persecuzioni vissuta da oltre un milione e mezzo di lavoratori (dati Ispesl - Istituto per la prevenzione e la sicurezza del lavoro).



Mobbing deriva da un verbo inglese (to mob) che significa aggredire, attaccare. Questo termine è stato usato per la prima volta dal Premio Nobel, fondatore dell’etologia, Konrad Lorenz, per individuare il comportamento di alcuni animali della stessa specie che si coalizzano contro un membro del gruppo per attaccarlo ed escluderlo.
Il termine venne ripreso intorno agli anni ‘80 da Heinz Leymann, uno dei primi psicologi ad
affrontare questa sindrome nell’ambiente di lavoro. A lui dobbiamo anche la definizione delle varie fasi specifiche del mobbing.

Con il termine mobbing si indica dunque tutti quegli atteggiamenti aggressivi e minacciosi sul posto di lavoro di uno o più membri del gruppo (mobber/s) nei confronti di un individuo, la vittima (mobbed), con lo scopo di emarginarlo ed eliminarlo; tra le persone coinvolte al dar luogo al fenomeno, oltre al mobber e il mobbed enunciamo anche gli spettatori (sighted mobbers) cioè coloro che non sono coinvolti direttamente in questo atteggiamento di aggressione, ma il cui comportamento ne può influenzare lo sviluppo.
Per capire bene cosa è il mobbing bisogna prima comprendere l’importanza che ha il lavoro nella vita di un individuo. Passiamo molto del nostro tempo a lavoro e quindi ci uniformiamo con esso. Il lavoro non solo ci dà una sicurezza economica, ma determina la nostra posizione sociale, la percezione del nostro valore e la considerazione di cui godiamo rispetto agli altri, ci fa sentire parte di qualcosa e conferisce uno status socialmente riconosciuto e apprezzato.

Il lavoro per l’uomo è importante perché da sempre, orienta l’etica della società e ne modula i comportamenti.

Detto questo e valutata l’importanza del lavoro per un individuo, si può capire come la perdita del lavoro o anche la fuoriuscita dal mondo del lavoro, come il pensionamento ad esempio, sia vissuta in alcuni casi, come una vera e propria sindrome d’abbandono.
A maggior ragione il sentimento di perdita è più forte nei soggetti che, in maniera ingannevole e spesso del tutto imprevista, si trovano esclusi dal lavoro, come accade con il mobbing. Dequalificati, isolati, attaccati nella loro reputazione professionale e personale. La perdita non è solo del lavoro, ma è tutto il sentimento di sé che viene messo in crisi.

Possiamo dire che il mobbing e la violenza psicologica che ne consegue sono sempre esistiti ma le
condizioni moderne hanno fatto si che diventasse, soprattutto in alcuni ambiti, un vero e proprio fenomeno di massa, come ad esempio la diminuzione del senso di comunità che in questi tempi moderni ci porta sempre di più ad un atteggiamento individualista, perdendo cosi l’importanza della “coesione del gruppo”, che psicologicamente viene vissuto come senso di appartenenza, connessione emotiva condivisa e integrazione, quindi facilitazione del raggiungimento dei propri bisogni. Inoltre gli obiettivi organizzativi sempre più pretenziosi, la scarsa valorizzazione delle risorse umane, fino alla mancanza di una visone etica del lavoro, contribuiscono significativamente al nascere di questo atteggiamento devastante.

Il mobbing scaturisce dal deteriorarsi delle relazioni interpersonali e questo è dovuto a una
disorganizzazione dell’azienda che sfocia in un conflitto.

Le conseguenze del mobbing possono essere critiche, si riversano in diversi ambiti, dai danni alla salute, che porta l’individuo a soffrire di problemi come disturbi psico-somatici, patologie psichiatriche, isolamento, depressione e nei casi più gravi anche al suicidio; ai danni all’azienda, calo dell’efficienza dei dipendenti, quindi rallentamento della produttività, aumento infortuni; sulla famiglia perché la persona colpita riversa le sue frustrazioni sui famigliari e questo può portare alla disgregazione della stessa; fino ad arrivare ai danni sulla collettività come aggravi sui costi della sanità per curare chi ne è afflitto, o comportamenti devianti.
Sono diverse le discipline che ad oggi si occupano di questa sindrome, come la sociologia, medicina del lavoro o la giurisprudenza, di conseguenza la collaborazione degli addetti professionisti come medici di base, psichiatri, medici del lavoro, psicologi, avvocati, sindacalisti, o anche formatori sono un ottima soluzione per combattere questa situazione. L'ideazione operativa degli obiettivi da raggiungere, come unica strada per tutelare le risorse umane. Anche la prevenzione è una formula importante per combattere il fenomeno di mobbing, come corsi di formazione all’interno delle aziende.

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