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DAINESE: QUASI MEZZO SECOLO AL SERVIZIO DEGLI SPORTIVI



L’affascinante storia del marchio di abbigliamento sportivo produttore di protezioni per diverse discipline, in particolare il Motociclismo, comincia circa 50 anni fa grazie ad un’idea di Lino Dainese, il padre Fondatore di quest’azienda, leader nel proprio settore.


Gli albori dell’azienda e il debutto nel Motomondiale

Nel 1968 alla giovane età di 20 anni, Lino Dainese, accompagnato da alcuni amici, intraprese un viaggio in Vespa all’esplorazione di terre straniere, in particolare egli e la compagnia, fecero capolino a Londra.

Fu proprio durante il viaggio che Lino, vedendo alcuni centauri in sella a Maxi moto, vestiti di una tuta in pelle, pensò di tornare nella propria patria in Italia e ideare delle protezioni da moto per pilota. Nel 1971 vennero stesi i primi bozzetti del logo, rappresentanti il volto stilizzato di un demone della velocità, importante simbolo di dinamismo, caratteristica dei diversi sport che Dainese sosterrà nel corso della sua storia. L’anno successivo, venne effettivamente fondata l’azienda a Molvena in provincia di Vicenza, il primo prodotto nato in Dainese furono un paio di panataloni da Motocross. I tagli della pelle e le parti elastiche introdotte, da lì a poco portarono a collaborazioni tra il marchio e i piloti del mondiale, il primo a vestire Dainese fu il tedesco Dieter Braun.

Verso la fine degli anni ‘70, il designer Marc Sadler ideò il primo paraschiena della storia, indossato dal noto centauro Barry Sheene.

Anni ‘80: un decennio di importanti innovazioni tecnologiche

Durante il decennio anni ‘80, Dainese entrò sempre più a far parte del mondo delle corse su due ruote, introducendo nuove protezioni come i Knee Slider, comunemente conosciute come “Saponette”, le prime dette istrice per le prominenze sporgenti sul ginocchio, utilizzate per prime dalla leggenda Kenny Roberts. Le protezioni per ginocchio, si resero necessarie per via delle pieghe dei piloti sempre più importanti, agevolate dall’evoluzione dello stile di guida e dall’introduzione degli pneumatici lisci. L’anno successivo furono prontamente evolute in una forma arrotondata, più simile alle attuali, così da risultare più scorrevole a contatto con l’asfalto. Ulteriori novità introdotte da Dainese, furono le tute studiate sul pilota nella posizione di guida sulla moto e non in piedi come accadeva in precedenza. Le protezioni iniziarono inoltre ad essere integrate nella tuta stessa e venne studiata la protezione composita dove la base morbida della tuta e la conchiglia integrata permettevano di ridurre il pericolo di infortunio in caso di urto con il terreno. Nel 1983 il paraschiena fino a quel momento dedicato solo alle corse, fu lanciato sul mercato e reso disponibile a tutti i centauri circolanti su strada. Verso la fine del decennio, Dainese lanciò altre due importanti tecnologie, la gobba per la schiena, dedicata ai rider professionisti e importante per l’aerodinamica e i guanti.

Non solo moto, Dainese si estende ad altre discipline


Gli anni ‘90 rappresentarono un’importante periodo per Dainese che iniziò ad estendersi a nuove discipline oltre al motociclismo, producendo protezioni per sport quali MTB, Sci Alpino e Snowboard. Oltre ai nuovi sport ai quali l’azienda si dedica, continuò lo sviluppo e l’evoluzione dell’abbigliamento Motociclistico, venne affinato lo Knee Slider, introdotti Slider per i piedi e il D-Tech (Dainese Technology Center), centro di studio e sviluppo delle tecnologie protettive. Nel 1994 arrivò il paraschiena a proteggere importanti sciatori italiani dell’epoca come Kristian Ghedina e Deborah Compagnoni. L’anno successivo nacque Ergon, il primo casco integrale per i piloti, in fibra composita, prodotto da Dainese. Sulla fine del XX Secolo l’azienda Vicentina supportò i grandi campioni delle competizioni di Mountain Bike, introducendo apposite protezioni. La rivoluzionaria tuta divenne la prima a vincere un ambito premio di design, il Compasso d’oro.

Nuovo Millennio, nuove protezioni

Con l’avvento del nuovo millennio, Dainese introdusse il primo prototipo D-Air, l’airbag dedicato ai motociclisti. Il casco venne progettato anche per coprire la testa degli sciatori. Fu introdotto anche un nuovo stivale con sistema D-Axial per limitare la torsione della caviglia in caso di caduta. Nel 2001 ad estensione del centro di studio e sviluppo di tecnologie, fu introdotta la ricerca Mobile, struttura in movimento tra i diversi circuiti internazionali, col fine di testare le novità tecniche direttamente sul campo. L’anno successivo arrivò il rivoluzionario paraschiena Wave con sistema di traspirazione. Negli anni successivi, l’espansione dell’azienda rese indispensabile la creazione di un centro logistico, un grande magazzino automatizzato situato a Vicenza.

Nel 2007 insieme all’arrivo dell’airbag nel motomondiale, in azione per la prima volta nel corso delle prove del gran premio di Valencia, Dainese acquisisce la nota azienda modenese produttrice di caschi, la AGV, un’accoppiata già presente in pista come abbigliamento di alcuni importanti piloti del motomondiale, tra i quali Valentino Rossi.

Consacrazione, riconoscimenti e nuovi ambiti

All’inizio del decennio appena trascorso, iniziò la distribuzione della linea D-air, con airbag incorporato nella tuta, dedicata al grande pubblico. Nello stesso periodo, oltre alla collaborazione con un marchio importante nel campo degli sci, come Fischer, Dainese ampliò le attività supportate, producendo una linea di protezioni per il mondo dell’equitazione, arrivando a vestire alcuni atleti partecipanti alle olimpiadi di Londra del 2012. Oltre al mondo dei cavalli, Dainese ampliò ulteriormente il proprio campo d’azione, arrivando a progettare nel 2013 , protezioni per le tute degli astronauti della NASA. Nel 2015 Inverstcop acquistò la maggior parte del marchio, condividendolo con il fondatore, oggi socio di minoranza dell’azienda Lino Dainese. Nello stesso anno ci fu spazio per alcuni riconoscimenti a quest’ultimo e alla propria creazione, con l’assegnazione del premio Leonardo per l’innovazione, consegnato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Lino Dainese e il premio “Professor Ferdinand Porsche”, assegnato dall’università della tecnologia di Vienna, per l’invenzione di un sistema protettivo (Multistrada 1200 D-Air), implementato su una moto di produzione stradale. Nel 2017 un altro premio si è aggiunto alla bacheca dell’azienda, il Red Dot Awards per il design più originale nella categoria Product design è stato conferito dalla giuria, per la tuta “Mugello R D-Air”, il casco “AGV Pista GP R” e i dispositivi di protezione “Pro-Armor”.

Oltre al continuo studio del marchio nell’ambito del motociclismo, quello che gli ha garantito la fama di cui gode oggi, l’inclinazione per l’apertura ad altre discipline ha portato Dainese ad introdurre nel 2017 il Sea Guard, protezione indispensabile nella disciplina della Vela, protezione che ha vestito l’equipaggio dell’Emirates Team New Zeland nella Coppa America del medesimo anno.

Museo DAR-Dainese ARchivio

Nel 2018 è stato inaugurato a Vicenza, il museo DAR-Dainese ARchivio, che raccoglie tante delle creazioni dell’azienda e le mette in mostra al pubblico, partendo dai pantaloni da Motocross, con i quali l’avventura cominciò nel 1972, arrivando oggi alle tute per Astronauti della NASA. Nonostante il nome affibbiato al luogo, “museo”, dalle parole stesse del padre dell’azienda, Lino, il DAR segue il concetto di “innovazione” che ha consentito al marchio un’importante longevità, egli afferma che l’archivio è in divenire e che l’azienda tiene sempre un occhio al futuro come chiave della propria continua evoluzione.

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